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lunedì 13 giugno 2016

OPEN MIND partner di IIT di Genova nella realizzazione del simpatico e famosissimo iCub: il cucciolo di robot umanoide



hyperMILL, il software CAM leader nelle lavorazioni 5 assi,  è sempre stato utilizzato negli anni in cui il progetto iCub si è sviluppato, soprattutto per la produzione delle parti che compongono il corpo, le evolutissime articolazioni e gli snodi.

Wessling, 20 maggio 2016. OPEN MIND Technology, leader nelle soluzioni software CAD CAM con i prodotti hyperCAD-S e hyperMILL, è particolarmente orgogliosa della collaborazione in essere da ormai molti anni con l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova e i responsabili Giorgio Metta, ingegnere robotico e Giulio Sandini, padri di iCub il cucciolo di robot umanoide, diventato famoso per la sua partecipazione a talkshow televisivi e per il piazzamento tra i semifinalisti di Italia's Got Talent 2016.

iCub dispone di 53 motori grazie ai quali può muovere la testa, gli arti superiori e inferiori e la vita. Può vedere e sentire e ha il senso della sua posizione nello spazio oltre a un gran senso dell’equilibrio.
Sa gattonare e mettersi a sedere, può afferrare e in generale manipolare oggetti grazie alle sue mani dotate di tatto, caratterizzate da nove snodi. Ha circa 4 mila sensori in tutto il corpo in parte ricoperto da una membrana artificiale simile alla pelle. iCub muove le palpebre e le labbra, simula le emozioni come la sorpresa o la gioia, grazie a espressioni del viso e luci.

La collaborazione di OPEN MIND e IIT dura da molti anni, fin dalle fasi di sviluppo dei primi esemplari, perché hyperMILL si è sempre dimostrato lo strumento più efficace per la produzione dei componenti e dei particolari del corpo di iCub, fondamentali oggi nel renderlo il robot più mobile e snodato al Mondo oltre che quello più abile nel percorso di autoapprendimento.
iCub infatti, grazie al senso del tatto con cui esplora le qualità degli oggetti che lo circondano, acquisisce un numero impressionante di informazioni nuove ogni giorno che immagazzina per creare la propria esperienza e capacità di “orientarsi” nel mondo reale.

Nei 10 anni di sviluppo sono stati prodotti da IIT tantissimi esemplari ora sparsi nei laboratori di ricerca di tutto il mondo, ambasciatori dell’eccellenza e dell’innovazione italiana.

Nel corso degli anni, i tecnici di IIT hanno saputo sfruttare le funzionalità di hyperMILL, dalle lavorazioni 2D alle più complesse programmazioni 5 assi simultanei.

Francesco Plizzari di OPEN MIND ha condiviso: <<La collaborazione con IIT ci rende particolarmente orgogliosi per tanti motivi. Innanzi tutto, aver contribuito alla realizzazione di un’eccellenza dell’ingegno italiano a livello mondiale, è certamente molto importante. Inoltre, aver saputo dimostrare come hyperMILL sia strategico e utilizzabile con successo anche nella produzione di componenti piccoli ma complessi, tecnologicamente evoluti è motivo di grande soddisfazione. Infine aver dimostrato la versatilità di hyperMILL  anche in ambito della robotica, un settore pionieristico e altamente sfidante per la velocità di innovazione e cambiamento>>.



venerdì 10 giugno 2016

La nascita dei robot nella Torino degli anni Sessanta ne “La dea dei robot”

Torino sessanta anni fa. Grazie al malioso richiamo della Fiat, la città viene invasa da un’ondata migratoria senza precedenti. Arriva gente dal Sud ma anche dal Veneto e da altre regioni. Nel 1961 la capitale subalpina raggiunge il milione di abitanti e diventa la terza città meridionale d’Italia, dopo Napoli e Palermo. Di fronte a centinaia di migliaia di immigrati, Torino è colta impreparata. Lo strapotere della Fiat determina conflitti sociali enormi. Il mix di mentalità e cultura sconvolge la compassata capitale dei Savoia.
Chi approda sotto la Mole (è convinzione comune) non può che andare a fabbricare automobili. Invece non è per nulla vero. Oltre all’ingombrante presenza del gigante dell’auto, la città è un fiorire continuo e spontaneo di piccole e medie imprese nel settore della meccanica di precisione e dell’elettronica più avanzata. Una di queste aziende hi-tech è la Dea (Digital Electronic Automation). Nata in un garage nel 1962, la società inventa il primo robot di misura al mondo, una macchina rivoluzionaria in grado di verificare, tutta da sola e con precisione micrometrica, la carrozzeria di un’automobile o l’ala di un jet. Il successo è immediato e globale.
Un libro uscito da poco – “La dea dei robot”, autore Tito Gaudio, editore Cartman Edizioni (www.cartmanedizioni.it), 256 pagine, € 17,90 – racconta la nascita e i primi passi dell’azienda piemontese che ha dato vita alla meccatronica, la tecnologia nata dal matrimonio tra la meccanica e l’elettronica.
Un mondo affascinante e complesso che l’autore scopre e vive in prima persona. Il volume, infatti, è un reportage, appassionato e minuzioso, della prima di giornata di lavoro di un giovane apprendista del Sud in una fabbrica del Nord, in un clima lontano mille miglia dalla catena di montaggio e dalle lotte operaie, in un ambiente dove entusiasmo e passione la fanno da padrone. Un volto inedito e sconosciuto della Torino di allora.

giovedì 5 maggio 2016

iCub quando Uomini e Macchine sono in equilibrio


iCub è un robot che ha la forma e le dimensioni di un bambino di circa 4 anni, da cui il nome “cub” che in inglese significa “cucciolo”.
Possiede 53 “snodi” di movimento, la maggior parte dei quali sono nelle braccia e nelle mani per consentire azioni di presa e di manipolazione fine degli oggetti. iCub ha telecamere che riproducono la vista, microfoni per la ricezione di suoni, sensori inerziali che riproducono il senso dell’equilibrio, e sensori tattili e di forza per misurare l’interazione con l’ambiente. 

Grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, la presenza di robot da compagnia in ambiente domestico sta diventato uno scenario sempre più realistico e iCub rappresenta al momento la piattaforma per lo studio della robotica umanoide, destinata ad entrare nelle nostre case, più diffusa al mondo.

Vi segnaliamo il libro scritto dai creatori di iCub  Roberto Cingolani e Giorgio Metta