sabato 2 aprile 2016

Inchiostri biocompatibili “Made in Italy”

Sono stati recentemente depositati due nuovi brevetti dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT@PoliTo) relativi alla formulazione di un inchiostro stampabile a getto a base di grafene e polianilina completamente biocompatibile e biodegradabile, con importanti caratteristiche conduttive.
Sintetizzato un nuovo inchiostro, stampabile a getto, a base di grafene e polianilina, biocompatibile, biodegradabile ed a-tossico, con molteplici applicazioni, dalla tracciabilità degli alimenti per la salvaguardia del made in Italy al settore aereospaziale e dell’elettronica di consumo.
Alessandro Chiolerio con il suo team di ricerca del laboratorio di Torino dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT@PoliTo), è riuscito a sintetizzare un nuovo inchiostro nanostrutturato, nato dall’unione del grafene (materiale bidimensionale a base di carbonio) e della polianilina (una plastica conduttiva). Questa tecnologia consente di realizzare un’elettronica stampabile, biodegradabile e biocompatibile, le cui applicazioni sono molteplici.
La prima applicazione, sviluppata con la start up Politronica Inkjet Printing, ha permesso di inglobare nel packaging una mini antenna per l’identificazione a radio frequenza (RFID) utilizzata nella tracciabilità degli alimenti. Questo primo prototipo è ora in fase di sviluppo per una industrializzazione a più ampio raggio di confezioni con un sistema integrato di tracciabilità e anti-sofisticazioni. Un innovativo packaging che sarà in grado di salvaguardare a livello internazionale il made in Italy associando prodotti ad alto profilo tecnologico con la tradizione dei prodotti italiani.
Ma le applicazioni dei nuovi inchiostri al grafene sono praticamente illimitate, dal settore aereospaziale (resistenza a temperature relativamente alte, vibrazioni, urti e cariche elettrostatiche) ai trasporti (supercapacitori), dalle telecomunicazioni (oscillatori) all’elettronica di consumo (potrebbe sostituire il quarzo risonante degli orologi). Inoltre questa tecnologia si potrà integrare con oggetti di uso quotidiano quali tablet, smartphone, quotidiani, riviste, capi d’abbigliamento, oggetti d’arredo, ecc.
Con questi due nuovi brevetti l’Istituto Italiano di Tecnologia intende diffondere nel tessuto produttivo queste nuove tecnologie con l’obiettivo di dare un contributo al rilancio dello sviluppo del Paese. La nanomanifattura – la produzione che utilizza le nanotecnologie – costituisce infatti una rivoluzione di larga portata, che condurrà alla nascita di una nuova generazione di imprenditori e di tecnici, destinata a modificare l’attuale sistema produttivo e a creare mercati che oggi non esistono. Il modello di fare industria come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi è infatti destinato a cambiare verso un modello produttivo meno impattante che potrebbe riportare la manifattura all’interno delle città.
Tratto da http://www.ilprogettistaindustriale.it/